Pedersen è imprescindibile per Baroni, che crede fermamente nelle potenzialità del ragazzo: con l’allenatore è cresciuto
Marcus Pedersen, con Baroni alla guida del Toro, sembra essere cresciuto rispetto all’anno scorso tanto da superare Lazaro nelle gerarchie e prendersi la titolarità sulla fascia destra. In questa stagione Il terzino norvegese sta alternando spesso buone prestazioni ad altre più scialbe ma la crescita sotto la direzione di Baroni è evidente. L’arrivo di Pedersen nell’agosto del 2025 come sostituto di Bellanova, aveva fatto storcere il naso a tanti tifosi granata che non vedevano nell’ex Feyenoord le stesse qualità. Quest’anno sembra essersi lasciato alle spalle questo peso e a suon di prestazioni ha convinto Baroni.
Le buone prestazioni contro Pisa, Lazio e Genoa
Il numero 16 granata prima della brillante prestazione in Coppa Italia contro il Pisa, aveva fatto presagire a un altro anno anonimo del terzino. Contro il Pisa ha dimostrato di fatto che se sta bene è un giocatore importante su cui il Toro può fare affidamento, a testimonianza delle diverse occasioni create e del gol sfiorato. Contro la Lazio un’ulteriore conferma contro un avversario ostico come Nuno Tavares, ha messo numerosi palloni in area e tenuto bene in fase difensiva. In casa contro il Genoa, pur essendo impreciso, è stata l’unica pedina da cui sono nate situazioni pericolose, propiziando anche il gol del momentaneo pareggio dei granata.
Baroni è fiducioso e anche dopo il Bologna, Pedersen ha convinto
Baroni crede nel terzino norvegese e le parole spese in conferenza stampa ne sono la prova: “Pedersen ha grande corsa, ha grandi margini di crescita, in allenamento fa ottime cose e credo possa crescere ancora”. La partita di Bologna è stato un test di mentalità per il Toro che era chiamato a fornire una prestazione solida e anche Pedersen non si è sottratto, facendo un buon lavoro in fase difensiva. Contro il Pisa il numero 16 granata vuole dare continuità.

ma si può, sotto a paragonare ad Ansaldi? 😂
Davvero? Dove sta scritto?
Pedersen 10 anni fa nn trovava posto nemmeno in B. Tanto è la decadenza generale del football italiano.
Sulla quantità puoi lavorare, sulla qualità, soprattutto a quell’età è molto più complesso